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lunedì 10 febbraio 2003

COPPA AMERICA - LA FINALE CON NZL-82 CONTRO SUI-64


Coppa America - La finale con NZL-82 contro SUI-64 Si contano le ore che mancano alla prima sfida fra Alinghi e Team New Zealand per la coppa America, in programma all'una di sabato (la notte precedente in Italia). Tappa fondamentale verso la prima delle nove regate in programma (l'ultima eventuale è fissata per il primo di marzo), la scelta della barca neozelandese.

Dean Barker e soci hanno puntato su Nzl 82, quindi l'ultima imbarcazione uscita dai cantieri (Cookson) per questa sfida, che si contrapporrà alla seconda barca varata, fra tutte le 18 che sono state costruite per questa edizione della coppa America dai vari consorzi in gara, ovvero Svi64 lo scafo che Alinghi ha usato finora, attraverso tutte le eliminatorie proposte dalla Louis Vuitton Cup. Una scelta che racconta ancora poco dei segreti che Black Magic2 nasconde (la prima era Nzl81 ed è stata timonata per quasi tutto il tempo dal francese Pace, secondo skipper dei kiwi), ma che lascia aperte molte curiosità. "Abbiamo realizzato barche con deliberate differenze - spiega il navigatore, nonché disegnatore del Team, Mike Drummond -. E dopo una serie di test abbiamo deciso di prendere l'82".

"Sono due buone barche entrambe - taglia corto Dean "Dino" Barker, il timoniere tuttonero -, anche se hanno qualche piccola differenza l'una dall'altra". Quale sarà questa famosa differenza? O meglio quasi saranno le differenze: semplicemente la hula che i kiwi hanno sfoggiato in occasione della prima cerimonia dello "scoprimento" delle appendici? O qualcosa d'altro che ancora non è stato raccontato? Andando indietro con la memoria si vede come dall'87 in poi i neozelandesi abbiano messo sempre molta fantasia nella costruzione delle barche di coppa America. A Fremantle portarono la barca di "plastica" (ribattezzata appunto Plastic Fantastic), nel '92 ci fu il caso del bompresso, poi ancora doppie chiglie, prue a ginocchio, hula.

Insomma la storia è praticamente infinita e c'è ragionevole motivo per credere come questa sia solo una parte della verità conosciuta, il resto rimane segreto nelle teste o negli armadi del team tutto nero. Perché anche questa volta la parola d'ordine sarà: battere gli avversari facendogli capire il meno possibile di quello che stanno vivendo. Sarà ancora possibile come è accaduto nel '95 e nel 2000? Fra poche ore la prima risposta.

Audiointervista a Francesco Rapetti, italiano su Alinghi


Sito Ufficiale della manifestazione

Fonte: Gazzetta.it

 Foto Allegata

Coppa America - La finale con NZL-82 contro SUI-64



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