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Manutenzione del mezzo – Tecnica

STRUTTURA DELLO SCAFO
Gli apparati fondamentali di un’imbarcazione sono le manovre fisse e correnti, l’albero, le vele, il motore ed il timone. La parte considerata l'ossatura principale della barca è la chiglia. Generalmente è in legno, può essere mantenuta assieme alla vetroresina affogata al suo interno, oppure viene usata come stampo. E' ovviamente molto solida e resistente. E’ in pratica l’asse longitudinale dell’imbarcazione. Le ordinate o costole sono travi ricurve che corrono per tutte le lunghezza dello scafo. Sono incastrate nella chiglia con dei rinforzi locali che si chiamano MADIERI, sopra o lateralmente alla chiglia. Sopra la chiglia troviamo il paramezzale, generalmente costituito dello stesso materiale della chiglia. La contro chiglia è l'asse contrario alla chiglia, diverso del contro-paramezzale. Generalmente le imbarcazioni sono insellate, hanno cioè la prua più alta della poppa, come buona regola di sicurezza in quanto la prua non deve mai andare sotto il pelo dell'acqua. Per chiudere lo scafo si utilizza il fasciame che dona la forma. E' poi necessario impermeabilizzare i comenti, cioè gli spazi vuoti tra un'asse e l'altra. Questa operazione si chiama calafataggio e solitamente si utilizzava della pece, ora sostituita da prodotti chimici. Sopra il paramezzale è sistemato il Pagliolo, il "pavimento" della barca. Tra i due troviamo uno spazio vuoto denominato sentina, il luogo di raccolta di tutti i liquidi dello scafo. Comunica anche con il vano motore e con l'elica, sostanzialmente la prima origine dell'acqua in eccesso che vi si accumula. E' importante controllare e svuotare periodicamente la sentina ed accertarsi la provenienza interna o marina del suo contenuto per evitare spiacevoli inconvenienti una volta partiti. Per esempio potrebbe trattarsi dei prigionieri (perni) della chiglia allentati in seguito ad un urto. Il ponte dello scafo è chiamato Piano di Coperta o anche di calpestio. Gli assi che sono usati per formarlo e quindi chiudere lo scafo sono i bagli, ed il baglio massimo corrisponde quindi alla larghezza massima dell'imbarcazione. Solitamente troviamo un asse che tocca la parte superiore del baglio partendo dal piano, denominato puntale e la cui parte superiore è chiamata Anguilla. Tutti i bagli, cioè il piano di coperta hanno una forma bombata, la cui incurvatura è denominata imboccatura ed il punto massimo Bolzone. Sempre per evitare l'accumulo di acqua. Il bracciolo è un sostegno laterale fra le costole ed i bagli, che generalmente nelle barche in ferro è sostituito da due parti chiamate Dormiente (parte bassa) e Trincarino (parte alta). Infatti quando una barca è molto sbandata, specialmente di bolina, si dice che va al Tricarino, che ha il trincarino in acqua. Il rinforzo superiore del trincarino è la falchetta. La parte esterna della Prua è chiamata Ruota di Prua, serve ad attutire gli urti, essendo la parte più esposta. Specialmente procedendo controvento, l'energia propulsiva che perdiamo infrangendoci sulle onde è moltissima. Il dritto di prua è la linea di separazione fra le due murate dello scafo. Il Dritto di Poppa è uno speciale rinforzo nella zona poppiera, che esteriormente corrisponde allo specchio di poppa. Avremo poi la prua divisa in due zone, il Mascone di Dritta e di Sinistra e la poppa divisa in Giardinetto di Dritta e di sinistra. Il Trincarino è un rinforzo, una giunzione tra costole e baglio, ed è in prossimità dell’ultimo fasciame, mentre il primo fasciame prende il nome di Torello.
 
Il tutto forma la battagliola. Ai due estremi dell'imbarcazione troviamo delle ringhiere, il pulpito di prua ed il pulpito di poppa. Lungo tutto il bordo vi sono dei candelieri, cilindri in acciaio ben fissati allo scafo con piastra e contro piastra, nei quali scorrono le draglie (in tessile o in acciaio), utili per evitare cadute in mare. In alcune barche esiste una fune chiamata Life-Line con dei passaggi laterali, che permette di spostarsi sulla coperta in questi corridoi sempre agganciati con un moschettone ad una cintura.
 
L'interno dello Scafo è diviso in diversi locali separati da pareti chiamate paratie, ma che nelle barche da diporto non hanno anche una funzione stagna. Con l'eccezione delle barche da diporto in ferro, che devono essere munite di almeno una paratia in ferro. Tutte le navi sono dotate di paratie anticollisione stagne, quelle più moderne anche di paratie laterali, per isolare determinate sezioni dello scafo allagate.
 
A prua troviamo il pozzetto dell'ancora, rivestito in acciaio inossidabile, con un piccolo foro che deve sempre essere tenuto libero (spurgato) per permettere il deflusso dell'acqua eventualmente imbarcata con la catena.
 
La parte superiore al piano di coperta è detta tuga, solitamente è leggermente bombata, sempre per permettere il rapido deflusso dell'acqua. Le barche da regata che non hanno l'esigenza come quelle da diporto di cabine possono esserne sprovviste e vengono chiamata Flash deck.
 
I pozzetti più sicuri sono quelli che si trovano più in basso nell'imbarcazione e quindi più riparati. In quelli meno "marini" che si trovano più sopraelevati, oltre alla spiacevole sensazione della distanza dall'acqua in caso di mare formato provocano anche notevoli difficoltà di manovra. E' inoltre molto importante l'auto-svuotamento degli stessi, permesso da due fori che permettono di scaricare l'acqua che non di rado le onde portano nel pozzetto.
 
L'apertura che conduce alla cabina della nave è detta Tambuccio, o comunemente boccaporti o passo-d'uomo. Quello di prua è detto CalaVele. Tutte le aperture visive sono i conosciuti oblò. E' importante che il numero di queste aperture sia quanto più possibile limitato, a causa delle infiltrazioni.
 
ELICA
Le Caratteristiche principali dell'elica sono il numero delle pale e la loro inclinazione, il verso, il passo ed il diametro. La concavità fornisce più potenza che velocità pura, quindi maggiore sicurezza. La Respinta è in gergo la corrente respinta dall'elica che fa muovere l'imbarcazione. Per il vero basta ricordare che l'elica Destrorsa compirà, con marcia avanti, un giro in senso orario, l'elica sinistrorsa l'opposto. La poppa si sposta verso il lato in cui l'elica evoluisce. Nel Motore fuoribordo, tipico di molti natanti, coincidono elica e timone.
 
IL TIMONE
Per i Timoni Interni troviamo Losche superiori ed inferiori, e per evitare movimenti, boccole in teflon. Pala e spalla (curvatura). ESTERNO: specchio di poppa con femminelle ed aggugliotti. Il timone compensato: aiuta la manovrabilità con parte del timone a pruavia del centro di rotazione. La losca è il buco dove passa l’asse del timone, se ne può parlare anche a proposito del motore per il buco per l’asse dell’elica.
 
IL MOTORE DELL'IMBARCAZIONE
E' importante conoscere prima di tutto la differenza tra motore a scoppio e motore Diesel (o a gasolio/nafta) Il Diesel necessita della parte elettrica solo per l'avviamento, mentre poi continua a funzionare anche senza l'ausilio dell'impianto elettrico. In quello a scoppio è sempre necessaria la componente elettrica per la scintilla delle candele, e se viene a mancare l'alimentazione non sarà più possibile utilizzarlo. Nello motore a scoppio entra una miscela, nel motore a gasolio solo aria che viene surriscaldata. Si descrive un motore come un quattro tempi quando compie il ciclo in quattro corse dei pistoni, a due tempi quando lo compie in solo due corse. In un diesel è quindi più importante l'alimentazione, e l'evitare infiltrazioni d'aria. Il motore marino ha un invertitore, con un riduttore, altrimenti l'elica non morderebbe, asse e l'elica girerebbero come un frullino. L'asse deve per forza di cose collegare il motore entrobordo con l'elica posta all'esterno, quindi troveremo un buco nello scafo, chiuso e praticamente sigillato con un pressatreccie. E' quasi normale avere un po' d'acqua che da questo buco si deposita in sentina. Per favorire l'isolamento ci sono inoltre giunti cardanici e baderne. Il sistema di raffreddamento, oltre quello ad aria può essere a liquido, con scambiatore di calore con l'acqua marina. La girante è una pompa centrifuga, utilizzata per il raffreddamento a liquido. Lo scambiatore di calore funziona quindi con liquido dolce, refrigerante. L’invertitore è il cambio, il differenziale del motore. Bisogna prestare particolare attenzione al cono principale che ogni tanto si rompe, e possiamo avvedercene quando la marcia non entra, o entra con difficoltà, grattando. Se i rubinetti in un motore a gasolio non sono aperti si potrebbe ingolfare ed andrebbe spurgato.


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