Si contano le ore che
mancano alla prima sfida fra Alinghi e Team New Zealand per la coppa America, in
programma all'una di sabato (la notte precedente in Italia). Tappa fondamentale
verso la prima delle nove regate in programma (l'ultima eventuale è fissata per
il primo di marzo), la scelta della barca neozelandese.
Dean Barker e soci hanno puntato su Nzl 82, quindi l'ultima imbarcazione uscita
dai cantieri (Cookson) per questa sfida, che si contrapporrà alla seconda barca
varata, fra tutte le 18 che sono state costruite per questa edizione della coppa
America dai vari consorzi in gara, ovvero Svi64 lo scafo che Alinghi ha usato
finora, attraverso tutte le eliminatorie proposte dalla Louis Vuitton Cup. Una
scelta che racconta ancora poco dei segreti che Black Magic2 nasconde (la prima
era Nzl81 ed è stata timonata per quasi tutto il tempo dal francese Pace,
secondo skipper dei kiwi), ma che lascia aperte molte curiosità. "Abbiamo
realizzato barche con deliberate differenze - spiega il navigatore, nonché
disegnatore del Team, Mike Drummond -. E dopo una serie di test abbiamo deciso
di prendere l'82".
"Sono due buone barche entrambe - taglia corto Dean "Dino" Barker, il timoniere
tuttonero -, anche se hanno qualche piccola differenza l'una dall'altra". Quale
sarà questa famosa differenza? O meglio quasi saranno le differenze:
semplicemente la hula che i kiwi hanno sfoggiato in occasione della prima
cerimonia dello "scoprimento" delle appendici? O qualcosa d'altro che ancora non
è stato raccontato? Andando indietro con la memoria si vede come dall'87 in poi
i neozelandesi abbiano messo sempre molta fantasia nella costruzione delle
barche di coppa America. A Fremantle portarono la barca di "plastica"
(ribattezzata appunto Plastic Fantastic), nel '92 ci fu il caso del bompresso,
poi ancora doppie chiglie, prue a ginocchio, hula.
Insomma la storia è praticamente infinita e c'è ragionevole motivo per credere
come questa sia solo una parte della verità conosciuta, il resto rimane segreto
nelle teste o negli armadi del team tutto nero. Perché anche questa volta la
parola d'ordine sarà: battere gli avversari facendogli capire il meno possibile
di quello che stanno vivendo. Sarà ancora possibile come è accaduto nel '95 e
nel 2000? Fra poche ore la prima risposta.
Audiointervista a Francesco Rapetti, italiano su Alinghi |