Alinghi è sul 3-0 nella finale della Louis
Vuitton Cup. Ha già in cassaforte cioè più della metà dei 5 punti che in
totale le servono per conquistare il trofeo che fu di Luna Rossa tre anni fa.
Vada per il punto, per il morale e per tutto, ma la terza regata è stata la
più dura per la barca svizzera. Oracle Bmw ha giocato il tutto per tutto e ha
davvero sfiorato la vittoria. Decisivo il secondo lato di poppa. Sino a quel
momento Alinghi era sempre rimasta al comando, pur con meno facilità rispetto
alle prove precedenti. Probabile dipendesse dal vento.
La regata è infatti partita con molto ritardo
(dalle 13.15 previste alle 15.50) per la bonaccia. Quando mancava davvero poco
al limite del regolamento (le ore 16) si sono materializzati dal niente più di
10 nodi da Nord che hanno consentito una regata perfetta. Non c’era onda e
Oracle soffriva meno di bolina il rivale. Per l’intero primo giro Oracle è
rimasto entro i 13”, un niente. Al momento cruciale nella seconda poppa Oracle
è riuscito, in strambata, nel suo primo sorpasso di questa serie. Nella
strambata successiva però Alinghi tornava in testa e nel tentativo di
recuperare di nuovo Holmberg (mercoledì sempre al timone) toccava con la
propria prua la poppa di Alinghi.
Infrazione netta, prontamente rilevata dal
giudice a bordo (il contatto è avvenuto ai suoi piedi). Nella strambata
successiva Oracle tornava in testa, pur con la sensazione che Alinghi,
soddisfatto dal vantaggio della penalità, preferisse tenersi fuori dai guai.
Comunque grazie a tutto questo, Oracle è passato in testa alla boa numero 4,
per la prima volta in vantaggio a una boa in questa finale. Holmberg rimaneva
in testa anche di bolina, riuscendo persino ad allungare. I 29” di vantaggio
con i quali Oracle iniziava la poppa conclusiva sembravano di buon auspicio
per il primo punto americano, ma con il gennaker stavolta Alinghi non perdeva
un metro.
Sul traguardo, intorno alla boa, Oracle aveva
l’ultima possibilità per eseguire la penalità. La rotazione però si rivelava
maldestra: la boa veniva toccata e, al di là della conclusione spettacolare e
simultanea, in effetti Oracle doveva rifare la manovra fissando il proprio
distacco in 1’01”. 3 a 0, ma Oracle non ha ancora issato la bandiera bianca.
Lo conferma Tommaso Chieffi, stratega di Oracle: “E' stato scritto troppo in
fretta che Alinghi avrebbe passeggiato. Oggi abbiamo dimostrato che siamo
ancora vivi”. |