Nessun'altro italiano, uomini d'equipaggio a parte, ha un
posto altrettanto privilegiato per assistere alle regate di questa eccitante
Louis Vuitton Cup. "A volte ci avviciniamo fino a 5-6 metri dalle barche
impegnate in cyrcling strettissimi, cavalcando i nostri gommoni che guidiamo
personalmente, tutto davvero eccitante e spettacolare per chi come noi, in
fondo, ama soprattutto la vela e il mare". Stiamo parlando di Alfredo Ricci, 36
anni, da Salerno, ovvero l'unico italiano ammesso nel selezionatissimo e molto
anglosassone gruppo (24 ridotti poi a 15 per le semifinali) di umpire che
arbitrano i match race dell'America's Cup. Ricci crede davvero in quello che fa,
anzi si diverte un mondo. Gli si legge negli occhi una passione infinita per
questo sport e per questo evento. "Le selezioni per arrivare sin qui sono state
lunghe e difficili. In tutto il mondo siamo 110 arbitri internazionali, di cui 8
italiani, dal 2004 siamo stati ridotti a 60 x 24 posti finali. Abbiamo preso
parte a tutto il sistema degli Act che è servito da selezione e confronto
pratico. Alla fine siamo rimasti in 24 e siamo qui per questa Louis Vuitton Cup.
Sono stato selezionato anche per il gruppo di 15 che sta arbitrando le
semifinali. Per l'America's Cup rimarranno in 6, ma li ci sono i senior umpire e
io, che sono tra i più giovani, mi godrò il tutto come spettatore". Intanto due
giorni fa Ricci ha arbitrato il match del 2 a 4 tra Desafìo Español ed Emirates
Team NZL: "Un bellissimo incontro, sempre tirato. Come italiano non posso
arbitrare come umpire i match in cui sono impegnate barche italiane. Posso fare
invece il wing, ovvero quello che è un po' come il guardalinee del calcio, che
collabora da un secondo gommone con gli umpire".
Moltissime le domande per chi ha la responsabilità enorme di emettere un
giudizio, "di solito in 4-5 secondi, al massimo si può arrivare a 10", su casi
complicati, rapidissimi nel loro evolversi e soprattutto ad alte conseguenze per
l'esito finale di una di queste regate. Budget milionari che, in alcuni casi,
possono dipendere da un singolo episodio. Negli occhi abbiamo ancora lo
spettacolo della partenza di regata 5 di semifinale in cui James Spithill di
Luna Rossa ha inflitto 2 penalità in prepartenza a Chris Dickson di BMW Oracle.
"Un'opera maestra di Spithill - commenta Ricci - davvero geniale nel chiudere la
strada a Dickson che le ha provate proprio tutte. Si è discusso molto se la
prima infrazione fosse da doppia penalità, il che con la successiva avrebbe
portato il conto a 3, ovvero bandiera nera e squalifica immediata, credo però
che i miei colleghi abbiano preso un'ottima decisione. A quel punto, Dickson
avrebbe dovuto accettare la sconfitta e limitarsi a partire in coda ma non è da
lui. Il suo orgoglio lo ha portato a cercare di uscirne, rimediando però anche
la seconda penalità".
Cosa spinge un velista a diventare umpire di match race? "La passione per questo
sport - spiega il salernitano - e la possibilità di condividere con questi
campioni alcune fasi della regata. Io mi diverto moltissimo, sono vicino
all'azione come nessun'altro. Ormai gli ACC versione 5 sono quasi dei monotipi,
con velocità pressochè uguali. Vi sono situazioni in cui gli arbitri sono
determinanti al 100%. Qui funziona che se commetti un errore di valutazione, fai
le valigie e torni a casa. Troppo importante la posta in gioco, ma ciò non
accade quasi mai perchè la procedura di formazione della decisione è rigida e
certificata".
Vediamo un po' come funziona il lavoro di questi esperti: "Briefing al mattino,
debriefing la sera con analisi delle decisioni e dei filmati, briefing ogni 3
giorni con gli skipper dei consorzi, con cui collaboriamo sempre in un dare e
avere informazioni che contribuisce molto alla crescita comune. Il tutto,
ovviamente, in inglese. Sul gommone Umpire, siamo in due, l'arbitrto giallo che
segue e commenta le manovre della barca gialla (quella che entra da destra, con
diritto di precedenza, Ndr) e l'arbitro blu, che segue le manovre della barca
blu. Il giallo guida il gommone e l'arbitro blu gestisce gli strumenti (Gps,
bussole...) e le luci. Abbiamo tre interruttori che accendono i led a bordo
delle barche in regata per segnalare l'ingaggio, la zona delle 3 lunghezze alla
boa e la Giusta rotta ai timonieri e ai tattici. Informazioni decisive che
controlliamo personalmente con strumenti tecnici e una buona dose di esperienza.
A bordo vi è un terzo arbitro, il brown umpire, che segue e controlla il tutto
fornendoci poi le bandiere biancoverde (manovra corretta nessuna decisione), blu
ovvero penalità per la baca blu, gialla ovvero penalità per la barca gialla".
Ma come si fa a decidere in 4 secondi su manovre complicatissime, in mezzo al
mare, spesso a pochissimi metri tra due barche enormi e veloci? "I agree,
concordo, è la parola chiave", spiega Ricci. La decisione deve essere presa
insieme dai due arbitri, se non c'è accordo è verde ma capita raramente proprio
perchè il processo decisionale è rigidissimo. Tale processo si basa sull'ultimo
punto certo per cui è obbligatorio fare un commento in diretta alla regata. "In
pratica è come se stessimo a bordo delle barche, descriviamo e commentiamo in
prima persona tutto ciò che vediamo, parlando e registrando le manovre davanti a
noi: sto entrando nell'allineamento, puggio, mantengo la rotta, mantengo...
inizio a orzare... manovro il timone. e così via. Uno per una barca e l'altro
per l'altra. In caso di applicazione di regole, aggiungiamo valutazioni che
identificano subito la situazione, tipo... devo dare acqua... devo dare
all'altra barca lo spazio per tenersi discosta...; affascinante, è un po' come
essere al lato di Chris Dickson o James Spithill. In caso di richiesta di
intervento da parte degli equipaggi (bandiera Y, quella rossa e gialla a sriscie
diagonali, Ndr) è obbligatorio pronunciarsi con una verde (via libera), blu
(penalità al blu), gialla (penalità al giallo), rossa (penalità immediata) o
nera (squalifica)". "Se si ritiene che ci sia penalità, ci si dichiara d'accordo
con due I agree e scatta la bandiera". Ci riusciamo di solito in 4-5 secondi.
Ogni interpretazione, anche i via libera, viene poi a terra spiegata,
interpretata e pubblicata. Insomma è un po' come se un arbitro di calcio
commentasse in diretta tutto ciò che vede, intervenendo però solo su richiesta.
L'intervento automatico accade solo nel caso di tocco di boa.
Il gommone degli umpire segue sempre la barca blu di sinistra, perchè è quella
che potenzialmente deve dare precedenza. L'altro gommone, detto Wing, si
posiziona in modo da fornire indicazioni pratiche, di assistenza. La pratica
nella guida del gommone è fondamentale perchè occorre posizionarsi sempre nel
punto migliore per visuale, sia in senso lato che tecnico. "Si lavora solo su
ciò che si vede", continua Ricci, per cui se non si è visto è bandiera verde".
Una preparazione continua, agevolata dall'essere velisti. "Bisogna anche essere
dei tattici, capire come girerà il vento e prevedere le situazioni che potranno
capitare, ovvero come cercherà di attaccare una delle due barche, in base a
quali movimenti del vento a ai margini concessi dal regolamento. davvero, mi
sento un privilegiato e faccio un'attività che mi fa sentire al centro
dell'azione".
Dopo una buona gioventù di velista, tra FJ e Finn e molto altro, nel 1997 Ricci
fa il corso di arbitro nazionale a Trieste, chiamato da Luciano Giacomi, l'unico
altro italiano ad aver arbitrato match di Coppa America. "Giacomi è il mio
maestro e gli devo molto". Nel 2001 diventa internazionale ed entra nel giro dei
grandi match race internazionali fino alle selezioni che lo hanno portato qui a
Valencia.
Sempre a contatto con i migliori timonieri di match race del mondo, avrà le idee
chiare su questa Coppa, per cui arriva inevitabile la domanda su chi sia il
migliore. "In questo momento, James Spithill di Luna Rossa è in una forma
strepitosa ed è davvero quello che riesce a controllare meglio il mezzo. Forse
non sarà chiaro a tutti, ma mantenere il controllo di un ACC in marcia indietro
come ha fatto Spithill nella quinta e sesta partenza di semifinale è qualcosa di
una difficoltà estrema. Bisogna essere davvero dei fuoriclasse perchè queste
barche sono manovrabili solo in velocità, un po' come le tavole da windsurf. In
assoluto, secondo me, sua Maestà Russell Coutts è ancora il migliore e a questa
Coppa un po' manca".
Ne avrà viste di manovre spettacolari, immaginiamo: "La più incredibile fu nel
primo round robin del 2002-2003 tra Peter Holmberg di Oracle e James Spithill su
OneWorld, Holmberg riuscì a passare in uno spazio piccolissimo tra la boa e
l'avversario rovesciando la situazione a suo favore. Un rischio del 99%, con il
prodiere che avrà rimediato qualche capello bianco in più per la paura. Anche lo
start di Spithill del 4-1 su BMW Oracle ha qualcosa di strepitoso proprio per il
controllo del mezzo unito alla creatività e alla perfetta conoscenza del
regolamento".
Lo studio dei timonieri, delle loro caratteristiche, è uno dei nostri compiti,
cosa che ognuno di noi porta avanti in modo autonomo. E in Italia? "Paolo Cian,
ora con Shosholoza, è il migliore. Negli ultimi 3 anni è cresciuto molto e
conosce il gioco dell'uno contro uno davvero bene. Tra i giovani timonieri sta
crescendo bene il ravennate Jacopo Pasini. Per gli arbitri in Italia siamo un
centinaio, di cui appunto 8 internazionali. Bravissimo è Marco Mercuriali, rule
advisor di Luna Rossa Challenge, una delle 4-5 persone al mondo che meglio
conosce il match race".
Insomma, un altro italiano al vertice della vela di Coppa. Pensate che sino al
1992 in Coppa America non c'erano gli umpire. Si protestava e poi a terra si
discuteva con l'eventuale squalifica di chi aveva infranto una regola. Dal
1996-97, proprio su iniziativa di Giacomi, è stata inserita la penalità
differita, ovvero si può eseguire il giro di 270° di penalità entro la fine del
match. Insomma il match race è cresciuto anche grazie agli arbitri. Dei veri
giocatori di scacchi in diretta sul mare, una delle variabili, decisamente una
delle più affidabili, che rendono splendida questa edizione del più antico
trofeo sportivo al mondo. |