Mentre a Valencia prosegue il lavoro di testing con Ita 99 e Ita 90, Vasco Vascotto, lo skipper del Mascalzone Latino Capitalia Team, si racconta.
Straordinario velista, innovativo ma, allo stesso tempo, sempre legato alle sue
origini, estroverso, a volte un po’ fuori dalle righe, Vasco rappresenta tutto
lo spirito e la grinta dei Mascalzoni..
MLCT: Vincenzo Onorato ha dichiarato una volta che Vascotto è in grado di fare
gruppo e fare squadra…cosa ne pensi?
VV: “Lo ringrazio anzitutto, penso che sia questa una delle mie doti: riesco ad
essere ascoltato dai ragazzi quando serve ma allo stesso tempo do moltissima
responsabilità a loro ed al loro lavoro, quindi sono liberi di esprimersi al
meglio; da questo credo nasca un rapporto sano, divertente e che gratifica tutti
quanti.”
MLCT: Ita 90 e Ita 99, due barche a disposizione del team per correre le
selezioni…
VV: “Si, abbiamo potuto realizzare due barche e questo è molto importante.
Troppo presto ora per dire quale useremo. Ita 90 ovviamente è al barca con cui
abbiamo lavorato tanto ed ha moltissime ha ore di volo …Ita 99 invece è il
risultato di un lavoro più lungo sul progetto e porta con se in acqua la
speranza di aver trovato qualcosa di meglio…”
MLCT: Quali sono le primissime impressioni della 99?
VV: “Tutto bene, siamo superfelici…abbiamo messo in mare la barca dopo una
settimana dal suo arrivo da Green Marine e il giorno dopo il varo siamo usciti
in mare per i primi test strutturali. E poi, già dal terzo giorno, abbiamo
cominciato i test veri e propri con le due barche…Insomma, se tutto procede
così, tocchiamo ferro, siamo nella direzione giusta…”
MLCT: E già nelle prime giornate avete preso del vento…
VV: “Sì, 15/16 nodi con mare formato… e, come qualcuno di noi ha già detto: so
far so good… Lo ripeto abbiamo un feeling più che positivo… “
MLCT: Queste ultime due settimane hanno avuto per te un significato particolare?
VV: “Sono state importanti per tutto il team: siamo felici per il lavoro fatto
dallo shore team, dal managment, da tutti i tecnici. Credo veramente che stiamo
dimostrando di essere degni e pronti per partecipare alla Louis Vuitton Cup.”
MLCT: Mascalzone Latino Ita 99 è ora una realtà: cosa ti aspetti?
VV: “Mi aspetto - nel senso che sogno…- che vada dieci minuti più veloce sul
campo di regata… a quel punto non servirà né tattico, nè timoniere, ne nessun
altro!”
MLCT: Prevedi sorprese per il giorno dell’Unveling ?
VV:”Le sorprese possono essere qualcosa di veloce ma anche di estremamente lento
e rischioso… Non lo so… sicuramente, se fossi nei panni di un Team che si è
allenato poco e che ha potuto lavorare poco in acqua, proverei qualcosa di più
rivoluzionario…”
MLCT: Quale è esattamente il tuo ruolo a bordo della barca? O meglio, di cosa ti
occupi una volta mollati gli ormeggi?
VV:”Io sono il tattico, ossia colui che decide la parte dove andare,
indirizzando il timoniere nel campo di regata; mi hanno assegnato anche il ruolo
di skipper, ovvero di capitano della barca, colui che prende l’ultima parola e
l’ultima decisione a bordo. Essere lo skipper è un etichetta che uno si
costruisce con il tempo, non è un’etichetta che ti viene messa addosso e dopo ce
l’hai.”
MLCT: Durante la preparazione alla Coppa, quando è secondo te il momento più
difficile per un Team?
VV: “Sicuramente il momento peggiore è quello in cui si susseguono una serie di
sconfitte, come è stato ad esempio per noi durante l’Act di Trapani del 2005…
oppure quando subisci rotture impreviste e, di conseguenza, pensi di aver
lavorato bene ma ti accorgi di aver fatto degli sbagli. Ma è anche vero che
senza i momenti difficili uno non riesce a crescere. Penso che alla fine siano
questi i momenti più importanti…”
MLCT: Si racconta che il grande velista Straulino, per aumentare la sensibilità
al timone di bolina, si allenasse di notte; quale è la tua arma segreta?
VV: “La mia arma segreta sta nel mio gruppo. Penso che il fatto di riconoscere
che i ragazzi intorno a me siano i migliori del mondo e siano quelli che vorrei
per sempre è la forza che dà al sottoscritto la spinta per andare sempre
avanti.”
MLCT: Che cosa rappresentano per te i ragazzi del tuo equipaggio?
VV: “Prima di tutto sono i miei amici, poi sono il mio equipaggio.”
MLCT: Si dice che ormai nelle regate conti di più il mezzo che il “manico”…
VV: “Può essere vero questo su certe barche…ma quando regati con delle barche
uguali, come i monotipi, è difficile dire se conti di più il mezzo che il
“manico”… a quel punto è il contrario: conta di più il “manico” che il mezzo.”
MLCT: Match race o regate di flotta?
VV: “Regate di flotta…ma…probabilmente, nel momento in cui vinceremo la Coppa,
speriamo (e ride…)! Allora cambierò idea!”
MLCT: Nel 2006 avete raggiunto gli obiettivi che vi eravate posti?
VV: “A Livello di risultati assolutamente si. Probabilmente li abbiamo anche
superati considerando che abbiamo sempre corso con Ita 77.”
MLCT: Quale settore ritieni più deboli nel tuo team?
VV: “Non direi mai quale e’ il punto debole. E’ inutile dare dei suggerimenti ai
nostri avversari.”
MLCT: Come trovi il campo di Valencia?
VV: “Bello, difficile ed imprevedibile.”
MLCT: Ad aprile si concludono i Louis Vuitton Act con l’Atto 13. Pensi che i
punteggi che ne usciranno influenzeranno realmente la Louis Vuitton Cup?
VV: “In minima parte e solo per il fondo della classifica.”
MLCT: Qual è il ricordo più vivo della stagione 2006?
VV: “La battaglia contro Alinghi persa per soli 6 secondi.”
MLCT: Veniamo a Vasco sul piano più personale e parliamo di Muggia, la tua
città. Quanto è stata importante per il tuo rapporto con il mare e la vela?
VV: “La mia città è stata fondamentale, sono legato a lei da quando avevo 6
anni; ho iniziato ad andare per mare nel Golfo di Muggia con mio padre, poi ho
continuato sempre la mia carriera legato al Circolo della Vela di Muggia; magari
è tutt’ora un circolo piccolo ma mi ha dato tantissimo dal punta di vista
caratteriale ed umano.”
MLCT: Per essere un buon velista è indispensabile nascere sul mare?
VV: “Nascere…no, è indispensabile andarci; Sicuramente nascere in una città di
mare, come Trieste, ti facilita l’approccio con la vela, rispetto a qualsiasi
altro posto, soprattutto perché hai molti “miti” e grandi velisti da cercare di
emulare, ciò è un vero e proprio traino per tutti i bambini.”
MLCT: Che cosa ti ha spinto e continua a spingerti verso il mare e la
navigazione?
VV: “Mi ha spinto il mare di Muggia, la mia città, e mio padre; Lui mi ha
indirizzato verso questa specialità, anche se, devo dire che in precedenza
giocavo a calcio come lui, ma me lo ha sconsigliato e mi ha detto: prova con la
vela.”
MLCT: Vasco, hai dei portafortuna?
VV: “Si li ho, ma credo che quando li sveli, poi non portino più così fortuna…”
MLCT: In un’intervista sullo sport della vela, uno psicologo ha detto che la
vela è ginnastica dell’anima…cosa ne pensi?
VV: “Penso che dicano tante cose…”
MLCT: Cosa ti emoziona ancora oggi, dopo tanti anni di lavoro e successi?
VV: “Mi emoziona la competizione, prima di tutto. Dovete sapere che io ho una
sfortuna e una fortuna: non ho memoria, quindi ogni volta che esco in mare per
fare una regata è come la prima volta, quando da piccolo cercavo di battere il
mio amico Michele Giorgini, giocando a chi per primo, partendo dall’imboccatura
del porto, raggiungeva i “garofolini” (mede ndr.) , come li chiamiamo noi, a
Trieste.”
MLCT: Durante le regate, la competizione è esasperata e prende il sopravvento su
tutto il resto: quando un velista come te riesce a godere appieno del mare?
VV: “Renderti conto che sei in acqua a volte è difficile; E’ come essere in
autostrada e cercare di superare la macchina a fianco…Il mare, forse, lo si gode
di più nei momenti in cui rientri in porto stanco e distrutto dalle fatiche
della regata, o quando esci dal porto cercando di essere concentrato a pensare a
quello che verrà.”
MLCT: Una domanda sorge spontanea: vai mai a pesca?
VV: “No, no…” |