Carattere schivo e taciturno, di quei personaggi che non
amano comparire, lontani dai riflettori e dai riconoscimenti ufficiali.
Eppure la sua storia è fatta, per esempio di cinque titoli italiani nella classe
Dinghy, dal 1967 al 1972.
Augusto Gaibisso, “Lillo” per chi l’aveva conosciuto bene se n’è andato così
come ha vissuto, quasi in silenzio, ma nel wee- end scorso, al Circolo Nautico
al Mare di Alassio, in più d’un equipaggio impegnato nella prima tappa dell’Invernal
Melges, l’umore non era il solito.
“Mi ha insegnato tutto ciò che so della vela – ricorda un commosso Gianni
Sommariva – e come l’ha fatto con me l’ha fatto con tutti i velisti di quegli
anni”
“Eravamo giovani, giovanissimi – continua – c’eravamo io con mio fratello
Agostino, c’era Gigi Galleani, Edoardo “Dado” Garassino, Alessandro “Tze Tze”
Zampori, ma anche i fratelli Priolo, Bruno Broccatello, Claudio Betti, Marco e
Chicca Marchesi, Nanni Maglione, Roberta Zucchinetti, Enzo Camilli…”
Un bel gruppo che negli anni ha saputo dare grandi prove nel mondo velico e
soprattutto che ha reso grande il Circolo Nautico al Mare di Alassio.
“Ci preparava “Lillo” con Mimmo Divizia la dolcezza del primo, bilanciata dal
polso fermo dell’altro, senza il quale probabilmente non sarebbe riuscito a
“domarci””.
I ricordi si inseguono: quelli di un periodo dove Sommariva & Co. giravano il
mondo con i loro optimist.
E sul tipo di preparazione il medagliere del CNAM non lascia dubbi: ai mondiali
l’Italia aveva 5 atleti, quattro dei quali del CNAM Alassio; agli Europei,
l’anno successivo stessa storia.
“Agli Europei, in Francia, eravamo riusciti a convincere Lillo ad accompagnarci,
un vero evento per un uomo che preferiva vivere lontano dalle ribalte. In quell’occasione
con lui fummo davvero squadra dentro e fuori dalle nostre derive. Sono ricordi
impagabili”.
I cinque titoli italiani personali, quelli indiretti conquistati dai suoi
ragazzi: Lillo Gaibisso è stato il grande protagonista della vela alassina…
Negli ultimi anni, lasciata la scuola vela, si era staccato da un mondo forse
troppo denso di ricordi unici. Ma il contatto con i suoi ragazzi non è mai
mancato, fosse anche solo per portare loro un pesce appena pescato.
Un contatto e un legame fortissimo che rivive e rivivrà ad ogni bolina. |