L’avventura inizia alle 13 di Venerdì 10 Settembre, al nostro arrivo al Marina
di Portosole a San Remo, in una radiosa giornata di sole, con una bella brezza
che fa sperare in una bella “scampagnata” su e giù per il Ponente ligure.
La barca è molto bella, nuovissima, al punto che il primo lavoro di bordo è
mettere i numeri sulla randa e sbarcare le infinite chincaglierie che si trovano
su una barca che se ne va in crociera.
Al breefing delle 16, una prima, sgradita, sorpresa: nonostante le aspettative
non siamo più di una trentina di barche e, fatti salvi Beneteau 25 e
Mini-Altura, tutti ben diversi tra loro.
Cotonella, il trimarano, corre per i fatti suoi, tanto per fare il primo in
reale, lo stesso dicasi per Junoplano, 18 metri con chiglia basculante, che
sapevo bruttino da vedere, ma che lo è decisamente con la sua insellatura
rovesciata aggravata da una grafica sullo scafo inguardabile!
Gelo generale quando il meteorologo ci passa le ultime dritte: termiche deboli e
poi groppi la notte tra Sabato e Domenica. Il pensiero generale, non detto, è
che Sabato sera si va tutti a mangiare al ristorante...
Ma tornati alle barche la seconda sorpresa: la brezza si è spenta e si esce
nella piatta quasi totale.
Poi, sale un po’ di vento, bavette, ma dalla parte giusta, così assistiamo alla
più allegorica procedura di partenza mai vista: posto che meno di due ore prima
era stato specificato: 5’ lettera F, 4’ lettera P, 1’ ammaina P, 0’ ammaina F e
via, nella realtà si alza la F e poi … nulla … fino a quello che poi si rivelerà
il 1’ con alzata e subitanea ammainata della P, per il finale e liberatorio
ammaina F che ci fa partire!
Per fortuna sull’istituzionale canale 72, un anima pia ripete i segnali, così …
non ci sono troppe proteste.
La flotta si divide da subito in due gruppi, uno, più numeroso, va verso il
largo, l’altro resta a bordeggiare sotto costa. Al tramonto la ragione è di
quelli sottocosta, che infilano una bella termica che li fa viaggiare bene verso
il faro di Cap Ferrat.
I leggeri, Cotonella in testa, si sono già avvantaggiati di qualche mezzo
miglio, che li salva dalla improvvisa piatta che cade sui concorrenti al
traverso di Monaco. Sembra tutto finito, ma c’e’ una corrente a favore di 0.6
che in tre ore ci porta oltre il capo, ove la termica riprende, forse anche più
vigorosa.
I fortunati che non hanno preso la piatta ad Antibes ci danno una vita! Li
sentiamo che danno il passaggio alla boa via radio e la cosa ci scoraggia un
po’, ma ormai stiamo volando anche noi!
E voliamo fino a ritornare a Cap Ferrat, dove il vento gira in modo strano e ci
spinge verso Monaco, aiutato in questo da 1000 motoscafi che ci incrociano la
rotta fermandoci con le onde ogni volta!
Proprio davanti al Museo Oceanografico cogliamo l’opportunità di uscire verso il
largo ed entrare in una bella brezza da Est che ci porta veloci verso San Remo,
dove tutti speriamo in una sagace riduzione di percorso.
Ed invece no! Probabilmente ingannati dalla brezza che c’era quando è passato
Cotonella, decidono di mandarci alla Gallinara lo stesso, nonostante siano le
16.
Ovviamente il vento se ne va, non c’erano dubbi! Ci cucchiamo un paio di orette
di piatta con le vele che sbattono finche non entra una termica da terra che ci
fa fare un po’ di strada, con continui alti e bassi legati all’orografia della
costa.
A Capo Mele siamo circondati di luci scintillanti, penso fossero flash delle
reti o delle nasse, il buio è pesto, non c’e’ luna, il vento ricala e ci obbliga
a bordeggiare un po’.
Passiamo l’isola, e, lentamente, ritorniamo verso San Remo. Cotonella l’abbiamo
incrociata davanti ad Imperia ed è arrivata ormai, Junoplano era a Capo Mele
insieme a noi, ma stava già ritornando, una barca era davanti e un'altra a pochi
metri da noi. La giuria ci aveva informato che eravamo gli unici rimasti in
gara, gli altri ritirati, meno uno, disperso.
Diffidare dei dispersi nelle regate notturne!
Ormai quasi disperati di arrivare in tempo massimo, le 10 della Domenica,
veniamo investiti da uno di quei groppi che ci avevano preannunciato al breefing:
bagnati ma felici di essere ripartiti di buona lena!
Entriamo nel golfo di San Remo e si prospetta una beffa colossale: la barca con
cui abbiamo “lottato” tutta la regata e che ci è scappata via nella notte è lì a
meno di 500 metri dal traguardo nella piatta totale e noi da fuori arriviamo
veloci, ma ci fermiamo anche noi nella buca, dove, ovviamente, era posizionata
la boa d’arrivo.
Per di più sono le 9:20, roba che ci scade il tempo massimo a ... 300 metri
dall’arrivo!
Arriva un refolino e poiché il destino non è sempre beffardo, lo prendono prima
loro e arrivano giusto prima di noi.
Ci applaudiamo vicendevolmente, stremati ma soddisfatti di aver terminato questa
maratona!
A terra la terza sorpresa: il desaparecido è arrivato cinque ore prima di noi,
nessuno delle altre barche lo ha visto e, ovviamente, a Gallinara non c’era
nessuno a controllare i passaggi.
Queste sono le regate in notturna, bisogna farci il pelo.
All’equipaggio autore della cosa, il gusto di ritirare la coppa con il pubblico
che fischia e li insolentisce.
Al Veladoc, forse vittima incolpevole della cosa, il risultato di sentire gli
altri affermare che l’anno prossimo non torneranno a farsi prendere in giro
così. |