Alessandra
Sensini non ce l'ha fatta a confermare l'oro di Sydney. Una partenza nel
gruppo, l'obbligo di due virate per sfuggire alla copertura di alcune
vele, tra cui la norvegese OCS (sospetti?), hanno fatto saltare subito il
piano strategico dell'azzurra, costretta a navigare su strade diverse e
non marcare le rivali. Alla prima boa in testa subito la cinese Yin,
seconda la francese Merret e sesta Alessandra. Le bastava arrivare quarta
per conservare il primo posto. Alla fine della poppa la rimonta si compie,
Ale è quinta alla pari con la greca, quarta. Si può fare. Ma nella seconda
bolina la Sensini tenta la rimonta, abbandona le avversarie, e va a
cercare la sorte con un lunghissimo bordo solitario a destra. Purtroppo il
vento non la segue, il suo alleato la molla e gira invece verso sinistra.
Alessandra gira la bolina in settima posizione. La poppa è tutto un
pompaggio, ma le possibilità di rientrare non ci sono. Niente da fare,
all'arrivo l'azzurra resta settima. Un finale amaro, Merret oro, Yin
argento e Alessandra bronzo, come a Savannah. Resta l'impresa del terzo
podio in tre olimpiadi, e il tempo per pensare al futuro.
"La paura di
vincere? Ad Atene l'ho conosciuta da vicino, molto da vicino". Alessandra
Sensini a terra è un turbine di parole, sorrisi a denti stretti, tentativo
di trovare comunque il bandolo della matassa. "Sono comunque soddisfatta,
perchè salire sul podio per la terza volta consecutiva resta una impresa e
un grande onore. Ma perdere l'oro così fa male, inutile negarlo".
Sentimenti combattuti. Racconta l'ultima regata: "Altre volte è andata
bene, oggi è andata male. In partenza mi hanno coperta e ho dovuto fare
due virate, poi sono rimasta indietro e quando nella seconda bolina ho
provato il bordo a destra il vento ha girato a sinistra. E' lo sport".
Sull'Olimpiade: "Durissima, la più dura di tutte, e per una sola ragione:
la tensione. Tanta, troppa, da cinque mesi, poi negli ultimi due mesi. Al
via qui ad Atene c'era tanta tensione, l'ho sentita fortissima, e meno
male che sono arrivate le mie sorelle ad aiutarmi. Se questa è la paura di
vincere, l'ho conosciuta molto da vicino". A chi dedicare questa medaglia?
"Avrei voluto dedicargli l'oro, perchè vale oro, la dedico al mio
allenatore". E il futuro? "Così, su due piedi, mi viene voglia di
continuare, di cercare la rivincita. Ma è presto, sono stanchissima, sogno
una vacanza. poi con calma decideremo il futuro". |