Les Sables d'Olonne, Francia, 16 febbraio (ore 14)- Marc Guillemot su Safran ha
tagliato la linea alle ore 01:21 UTC di oggi: 95 giorni, 3 ore e 19 minuti il
suo tempo di regata dopo la riparazione accordata dalla giuria. Per un'ora e
venti minuti riesce a conquistare il terzo posto finale, togliendolo a Samantha
Davies su Roxy, arrivata sabato.
Alle ore 8:31 è stato il turno di Brian Thompson su Bahrain Team Pindar, che
finisce quinto.
L'inglese Dee Caffari ha tagliato la linea alle ore 14:12. 99 giorni, 1 ora e 11
minuti il suo tempo. Chissà se ha trovato più duro il VG o il giro contromano
del 2005/2006 (in 176 giorni). Dee Caffari su Aviva è infatti la prima donna ad
aver girato il mondo in un senso (al contrario, da Est verso Ovest contro venti
e correnti) e nell'altro, questa volta nel Vendée Globe.
Tre giri del mondo, tre storie diverse con le loro peripezie e momenti topici.
Sono state dodici fatiche, forse qualcuna in più, per Marc Guillemot. Tra
l'assistenza a Yann Elies, i suoi pit stop in isole sperdute e la perdita della
chiglia a 1000 miglia dell'arrivo la sua è stata una vera e propria odissea.
Emozionante il ritrovo con Yann Elies, salito a bordo dopo il traguardo.
In salita anche la circumnavigazione di Brian Thompson. Anche lui ha navigato
con la cassetta degli attrezzi spesso, se non sempre, aperta. A tratti,
particolarmente nella risalita dell'Atlantico, è riuscito a fare vedere il
potenziale della sua barca. Nel caso di Dee Caffari, sono stati premiati il suo
coraggio e la sua tenacia.
Senza chiglia, come di fa?
In caso di perdita del bulbo, l'unica tattica possibile è quella di riempire
tutti ballast e centrare i pesi, poi si procede a vele ridotte, una mano sempre
sulle scotte, alzando se ce n'è bisogno, le derive laterali (i canard) per non
sbandare. Sebastien Josse, che avevamo citato alla fine dell'articolo elenco
ritiri su FV di febbraio, aveva visto giusto: "abbiamo guadagnato molto in
stabilità quindi in sicurezza", beh, non sono state vane parole. Quello che
hanno fatto Guillemot o Jourdain ne è la dimostrazione. Queste barche, infatti,
giocano su tutte le stabilità: di peso, di forma... |