Michel Desjoyeaux, skipper di Foncia, ha tagliato la linea d'arrivo del Vendée
Globe, alle 15h 11’ 08’’ UTC (le 16:11 in Italia) di oggi, davanti a Les Sables
d’Olonne, la sua seconda vittoria nel giro del mondo in solitario, senza
assistenza e senza tappe. 84 giorni, 3 ore e 9 minuti in mare: migliora di quasi
tre giorni il precedente record, nonostante il percorso allungato di 1.200
miglia a causa delle porte dei ghiacci. Nonostante, soprattutto, le 40 ore di
ritardo iniziale dovute al suo ritorno al porto di partenza. Magistrale,
splendida: l’ultima lezione in data di quello che viene soprannominato il
Professore non è soltanto velica o sportiva, ma umana. In sintesi dice: non
abbandonare mai, crederci sempre e andare fine in fondo.
Che abbia avuto quel pizzico di fortuna o non l’abbia avuta è questione
retorica. La fortuna in mare assume un senso diverso. In questa edizione marcata
dai ritiri, nessuno è stato risparmiato. Nella flotta ridotta a più della meta,
è il primo a considerarsi “miracolato”. Le sue fortune di mare, quindi i suoi
incidenti, le ha avute come tutti. Quel giorno di Natale, quando si rompe il
meccanismo del timone di sinistra, la sua regata è in bilico. Ma continua perché
la soluzione c’è, perché la trova e perché regge fino alla fine.
Sul prossimo numero di Fare Vela, analizzeremo in dettaglio la regata di
Desjoyeaux e della sua barca, Foncia.
Intanto, ecco un ritratto del Professore, Monsieur Desjoyeaux, il più titolato
tra gli specialisti delle regate in solitario.
Due Vendée Globe (su due partecipazioni), tre vittorie nella Solitaire du Figaro
(monotipo di 10 metri), Rhum e Ostar con il trimarano Orma di 60’
rispettivamente nel 2002 e 2004, Jacques Vabre (su monoscafi 2007). Quando gli
viene detto che ha vinto tutto e su tutte le barche, Desjoyeaux rettifica: “non
ho vinto la Mini Transat”. Quella del 91 su un prototipo per il quale introduce
canting keel e bompresso pivotante. La vittoria era alla sua portata ma fu
tradito da un'avaria al timone. Si definisce volentieri “animale marino”, felice
di essere in mare, a fare il suo mestiere “in vacanza ma sempre a imparare.” Ci
mancherebbe altro, quando nasci settimo e ultimo figlio in una famiglia che ha
partecipato alla creazione del centro velico di Les Glénans, dove si usano
derive e qualsiasi altro tipo di barca come da altri bici o motorini. Insieme al
fratello Hubert, titolare del cantiere Cdk (uno dei cantieri che ha costruito
più multiscafi e monoscafi 60’, ovviamente tutti quelli di Michel), sviluppa sin
dall’infanzia un gusto particolare per la tecnica e la costruzione. Come tanti
altri navigatori della sua generazione, compie i primi passi in oceano
imbarcandosi sulle barche di Eric Tabarly.
Passa una prima estate su Pen Duick VI alla fine degli Anni ’70, poi partecipa
alla Whitbread sul maxi Cote d’Or. Poi il percorso “tradizionale”: l’era dei
Formula 40 (Anni ’80), il monotipo Figaro, la Mini Transat, i 60’. Con il
successo che sappiamo. Partecipa anche ai primi voli dell’Hydroptère nel ’96.
Ha sempre avuto un approccio scientifico ai problemi. Professionalizzandosi, la
vela in solitario diventa sempre più lavoro di squadra. Desjoyeaux se ne accorge
e fonda alla fine degli Anni ’90 la scuderia Mer Agitée. Proprio per creare le
sinergie e circondarsi di competenze che permettano di andare avanti migliorando
ogni minimo dettaglio. Sia sul piano umano, sia sul piano tecnico: una delle sue
frasi preferite è “il monotipo fa crescere gli skipper, le classi Open i
progettisti”. Lui frequenta e vince nei due mondi. La prima grande vittoria del
team Mer Agitée è il Vendée Globe 2000/01, la progettazione in collaborazione
con il Gruppo Finot di Prb. Quattro anni dopo, ha lasciato le chiavi della
stessa barca, ampiamente trasformata e ottimizzata, al suo ex preparatore,
Vincent Riou. Nuova vittoria. L’ex Prb diventato oggi il Roxy dell’inglese
Samantha Davies è ancora qui nel top 5 e il percorso della giovane navigatrice
inglese somiglia molto a quello che aveva realizzato Sébastien Josse quattro
anni fa quando era secondo skipper del team…Mer Agitée.
“La vela è uno sport meccanico e in qualsiasi sport meccanico ci sono
defaillance e rottura. Fa parte del gioco.” Altra massima spesso ripetuta da
Desjoyeaux. Sull’altro versante sportivo, quello umano, non ci sono miracoli:
lavoro e allenamento. Inverno 2006/07 e primavera. L’Imoca 60’ Foncia è in
gestazione sotto la supervisione di Desjoyeaux. I disegni originali mandati
dallo studio di Farr Yacht Design sono modificati dagli ingegneri del team prima
di iniziare la costruzione. Desjoyeaux si allena. Sui Figaro, insieme agli
allievi del Pole Finisterre Course Au Large di Port La Foret. Un centro di
allenamento sportivo per atleti di alto livello come ne esistono per altri sport
e per le classi olimpiche. In acqua esercitazioni, partenze, manovre, percorsi
ridotti, speed test. A terra stage meteo (quelli dello stregone Jean Yves Bernot),
preparazione fisica e mentale, gestione del sonno, dell’alimentazione.
Estate 2007: Foncia è quasi pronto al varo e Desjoyeaux vince la sua terza
Solitarie du Figaro. Dal gradino più alto del podio dà gentilmente del
“segaiolo” a metà della flotta perché sul podio e nei primi posti vede soltanto
quelli che con lui si sono allenati d’inverno. L’ultimo anno è interamente
dedicato alla messa a punto di Foncia, “barca ben nata”, subito performante. E
riprendono gli allenamenti diretti da Christian Le Pape, a Port la Foret, a due
passi della sua casa. Come sui Figaro: stesse esercitazioni, stesse manovre
ripetute fino alla nausea, stesse prove di tutte le configurazioni di vele.
Raccogliere i dati, analizzare, scegliere.
“Un Vendée Globe si vince a terra” aveva detto Desjoyeaux. In questa sua
vittoria, non ci sono miracoli, ma solo lavoro e tanta passione.
Le prime dichiarazioni di Michel Desjoyeaux dopo 83 giorni di mare, tra cui 47
in testa di questo Vendée Globe che ha vinto per la seconda volta
Occhi rossi, l’emozione dipinta sul viso e qualche ruga in più all’angolo degli
occhi.
“E’ incredibile, una storia troppo bella. C’è stato un piccolo raggio di sole
proprio quando ho tagliato la linea. Non riesco a realizzare sono due mesi che
non riesco a realizzare. Non mi sono mai chiesto se era possibile tornare sul
gruppo di testa. Ho pensato a far camminare la barca al mio meglio. E’ andato
tutto bene dall’inzio, avevo detto che per l’80 per cento questa regata si vince
prima ed è stato così. Il 20 per cento restante l’ho vissuto lavorando duro,
facendomi male anche ma non troppo. Anche il 25 dicembre ho pensato solo ad
andare avanti. E’ una regata dura, durissima, è la più dura è normale che non
arriviamo tutti all’arrivo."
La festa può cominciare.
ore 13- Previsto per le ore 16 di oggi, l'arrivo trionfale di Michel Desjoyeaux
su Foncia verrà ritramesso in diretta su internet. Le ultime miglia, il taglio
della linea, la risalita del canale di Port Olona, il ritrovo della famiglia e
della della folla tornata in massa sui moli 84 giorni dopo la partenza, le prime
dichiarazioni del vincitore. Brividi garantiti. La sua è qualcosa in più di una
seconda vittoria personale, è la terza della sua scuderia, Mer Agitée. Chiaro
che i primi ringraziamenti saranno per i membri del suo shore team. di questo e
di altro, parleremo nel prossimo post. |