La nave australiana partita da Perth
e mandata per evacuare Yann Elies arriverà domani pomeriggio. Intanto, i
concorrenti si organizzano per apportare un sostegno psicologico a Yann Elies,
da ieri immobilizzato all’interno del suo Generali con il femore rotto, perché
la solidarietà tra gente di mare non è una vana parola.
Samantha Davies (Roxy)
“Ho messo la regata tra parentesi. Continuo ad andare veloce per raggiungere
Yann Elies al più presto. Ho preso 45 nodi di vento tutta questa mattina. Adesso
si è calmato un po’. Penso di essere in zona tra mezzanotte e l’una (ore Utc).
Non è una situazione facile per loro. Siamo tutti concorrenti ma prima di tutto
siamo una famiglia.”
Marc Guillemot (Safran)
“Sono a 500 metri di Generali, il vento è tornato a 28/30 nodi. Gli ho lanciato
bottiglie d’acqua e scatole di medicine ma senza successo. Ho fatto un passaggio
a pochi metri del suo specchio di poppa, ho visto le sue mani, mi ha salutato.
Ha risposto al Vhf. Abbiamo parlato, ha potuto dormire. Il mio aiuto è
psicologico ma è importante. La testa comanda il corpo. Sono sollevato perché ho
sentito dalla sua voce che ha superato uno step, ha potuto mangiare, bere
qualcosa, è nella condizione psicologica giusta per aspettare.”
Ultim'ora: Yann Elies ha parlato con il suo team. Ha raggiunto la sua farmacia e
preso anti dolorifici.
Vincent Riou (Prb)
“Siamo diventati insensibili quando rompiamo le barche ma non i marinai. È tutta
la problematica della navigazione in solitario. Soffriamo tutti per lui. C’è un
po’ di preoccupazione riguardo il meteo durante le operazioni di evacuazione.”
Davanti, la situazione è passata dal quartetto compatto al doppio duo con una
prima coppia Michel Desjoyeaux/Roland Jourdain che si è staccata dalla seconda
Jean Le Cam (Vm Materiaux) e Sébastien Josse (Bt) rispettivamente a 180 e 140
miglia del leader. Le Cam più a Sud ha visto un iceberg. D’altronde la posizione
dei ghiacci ha obbligato il comitato di regata a spostare la prossima porta a
Sud della Nuova Zelanda. |