A poco più di 24 ore dalla tragedia occorsa duranet le fasi finali
della settima tappa della Volvo Ocean Race, ancora non sono ben chiare le
circostanze tecniche che hanno portato alla morte dell'olandese Hans Horrevoets,
32 anni, membro dell'equipaggio di Abn Amro Two. Il velista è caduto in mare
alle ore 2:11 UTC di ieri, quando AAT stava navigando in 30 nodi di vento e mare
con onde di 5 metri a circa 1.200 miglia a W di Land's End, punta estrema
dell'Inghilterra verso l'Atlantico. AAT aveva a riva randa, staysail e spi
frazionato, navigando quindi a una velocità presumibile intorno ai 20 nodi,
quando è incappata in qualle che in gergo è concosciuta come ”noise diving”,
ovvero un'ingavonata! con la prua che si immerge nell'onda successiva raggiunta
planando. In tali situazioni una gran quantità di acqua invade la coperta.
Quando l'acqua è defluita e la barca è ripartita, lo skipper Seb Josse, in quel
momento al timone, si è subito accorto che Hans Horrevoets, in quel momento
impegnato alla scotta dello spinnaker, non era più a bordo.
Immediata l'attivazione delle procedure di soccorso in caso di uomo a mare, con
azionamento del GPS in modalità Man Over Board e l'istantaneo inizio della
strategia di ricerca e del lancio del segnale d'allarme a terra. In meno di
un'ora il naufrago è stato recuperato e issato abordo, ma nonostante
l'assistenza via radio da parte dell'Accident and Emergency (A&E) department al
Derriford Hospital, Plymouth, nessun effetto hanno avuto le manovre di
rianimazione tentate sullo sfortunato velista, che è quindi deceduto. Va detto
che nel Nord Atlantico la temperatura dell'acqua è tra i 10 e i 13 gradi, il che
non consente la sopra! vvivenza oltre qualche decina di minuti, se non in
possesso di apposite tute termiche. Ancora non è stato chiarito se il velista
indossava o no le previste cinture di sicurezza o se queste abbiano o no
resistito.
AAT continua a dirigere verso l'arrivo di Portsmouth.
Sull'incidente riportiamo l'interessante e commosso commento da parte di Paul
Cayard, inviato nelle ore scorse:
”Non ci sono parole che possano esprimere l'immensità di questa tragedia. È
difficile dire qualcosa di valore in questa situazione.
Le regate oceaniche sono pericolose, come le corse con le macchine. Puoi
prendere tutte le precauzioni che vuoi, ma gli incidenti possono succedere. Hans
è stato sfortunato. Avevo la sensazione che fosse lui fin dal momento che ho
sentito che c'era un uomo in mare. Ho sempre pensato che cadere in acqua da una
di queste barche significasse la fine.
Ora penso a sua moglie e alla sua famiglia. Anche nella mia famiglia abbiamo
avuto una perdita molto giovane alcuni anni fa, per cui ho visto come è
terribile per ognuno affrontarla.
Io penso che l?equipaggio di ABN2 debba ricevere il premio "Seamanship of the
century" non solo per aver trovato Hans, ma per averlo fatto in 40 minuti. Penso
che tutti abbiamo bisogno di sapere come hanno agito e quali procedure hanno
seguito.
Sono sicuro che Hans, attraverso questo incidente, salverà la vita di altre
persone, forse anche in questa regata”. |