Dalle parole del velista italiano la cronaca della sesta e penultima tappa,
partita lo scorso 19 giugno da Boston alla volta di La Rochelle, sulla costa
atlantica francese.
“Siamo partiti nella bella baia di Boston che, condizioni climatiche a parte,
ricorda quella di Sydney. Come al solito mi sono tenuto fuori dalla bagarre
iniziale sulla linea di partenza, ma ciò non ci ha impedito risalendo il Canale
di uscita controvento e tirando bordi al limite della bolina, di uscire per
primi in mare aperto. I primi giorni abbiamo trovato la giusta concentrazione e
in arie deboli siamo riusciti a mantenerci in testa o comunque nei primi posti
della flotta. La regata prevedeva un waypoint a sud dei banchi di Terranova, in
una posizione inusuale, 42 gradi di latitudine nord e 49 ovest. Giunti a poche
miglia dal waypoint in poppa con spinnaker a riva in una serie di strambate
sbagliate abbiamo perso la posizione di testa, proprio quando ci accingevamo a
far rotta su La Rochelle. Vaio si trovava la prua sbarrata dalle altre
concorrenti, SAIC che sceglieva una rotta meridionale, Stelmar che poi ha vinto
in rotta per circolo massimo e noi una rotta a Nord dove però si erano gia
avventurati BG Spirit (soprannominato Big Spirit) ed altre 5 delle 12 barche in
regata.
Nonostante ciò in tre giorni risalivamo le posizioni in classifica fino a
raggiungere le barche di testa al punto da ingaggiare un match race mozzafiato a
quattro con BP, SARK e Pindar, surfando a 12 nodi sotto spinnaker (le barche
sono dislocanti) a poche decine di metri una dalla altra, cosa inusuale per una
regata oceanica. In questa occasione scoppiavamo il nostro spinnaker da 1,5 e
cominciava il nostro calvario.
Solo due giorni dopo, infatti, incappavamo in una calma di vento con rotazione
del vento di 360 gradi che letteralmente ci piantava nel mezzo della traversata
mentre tutte le barche concorrenti vicine anche solo 4 miglia mantenevano la
loro velocità e prendevano un vantaggio di una trentina di miglia la prima, fino
ad una decina l'ultima. Ci ritrovavamo in decima posizione, il morale crollava e
nonostante avessimo ancora 1.700 miglia davanti a noi cominciavamo a perdere
terreno in uno stillicidio quotidiano. Turno dopo turno (sei ore ndr) perdevamo
una o due miglia senza trovare la determinazione di reagire. Anche lo spinnaker
pesante finiva in pezzi, irriparabile, dandoci il colpo di grazia. Riuscivamo
comunque a mantenere l’ottava posizione nella cavalcata con venti portanti che
ci accompagnava fino alle porte del Golfo di Biscaglia, il vento calava, nella
speranza che le altre barche fossero rallentate nell' alta pressione tentavo di
avvicinarmi alla costa per sfruttare le brezze, ma il vento tornava sostenuto e
giungevamo decimi. Per darvi un’idea del livello della competizione e del grado
di preparazione ormai raggiunto dagli equipaggi, dopo 3.200 miglia undici barche
su dodici tagliavano la linea di arrivo in un arco di sole 7 ore. Il vincitore
Stelmar all'alba SAIC all'ora di pranzo, per ultima.
Entrare a La Rochelle circondati da due ali di folla sul canale e i
festeggiamenti all'arrivo ci facevano dimenticare la prestazione un po’ grigia.
Ci ricordava invece il fatto che la nostra grande scommessa era tornare in
Europa dopo 9 mesi e tutti in un pezzo, noi e la barca. A parte il dito mignolo
di Geoff il nostro prodiere e gli spinnaker, l'obiettivo è stato raggiunto e le
brasserie lungo il porto ne hanno avuto concreta testimonianza nella grande
festa finale che si e protratta fino a mattino inoltrato.”
Amedeo Sorrentino
Classifica dopo sei tappe
Imbarcazione punti
1 - BG SPIRIT 75
2 - BP Explorer 70
3 - Spirit of Sark 67
4 - Barclays Adventurer 62
5 - SAIC La Jolla 59
6 - Team Stelmar 56
7 - Me to You 54
8 – Samsung 51
9 – VAIO 50
10 . Imagine It. Done. 48
11 – Pindar 43
12 - Team Save the Children 36
La prossima, e conclusiva tappa del Global Challenge prenderà il via da La
Rochelle il prossimo 13 luglio alla volta di Portsmouth in Inghilterra da dove
la regata era partita nell’ottobre 2004. In quest’ultima navigazione i team si
dirigeranno verso nord attraverso il Canale della Manica fino al Solent dove,
fra i mitici scogli dei Needles e Hurst Point, si completeranno le oltre 30,000
miglia del giro del mondo contro i venti e le correnti dominanti. |