Il giorno dell’unveiling, quando le barche
rimaste in gara in coppa America (il defender più i due migliori sfidanti)
devono “spogliarsi” mostrando a tutti per intero la forma dello scafo ha
portato una sorpesa clamorosa. Le barche neozelandesi sono dotate sotto lo
scafo di una appendice fissa che ne modifica la forma. Una specie di alettone
che parte un metro a poppa della pinna del bulbo e si raccorda poco a prua del
timone.
Lo hanno chiamato “hula” (contrazione delle
parole hull appendage, appendice dello scafo) e già si candida a essere una
delle innovazioni più significative nella storia della coppa America, certo la
più importante dalla chiglia a “Y” rovesciata che permise ad Australia II di
vincere nel 1983 interrompendo la serie di 132 anni di vittorie statunitensi.
“Se meriterà tanta gloria – ha detto prudentemente Tom Schnackenberg, “mente”
della squadra neozelandese- lo diranno i risultati. Ma il compiacimento alla
base kiwi era palese. Quella della “hula” è in effetti solo la più clamorosa
delle diversità delle barche neozelandesi i cui bulbi (la parte posta
all’estremità della pinna, 20 delle 25 tonnellate del peso complessivo della
barca) risultano decisamente più lunghi di quelli degli avversari.
Se pensate a un barca che ha sott’acqua un
coltello al quale è infilato un wurstel non siete molto lontani da quello che
è in effetti Team New Zealand. Tanta soddisfazione dei padroni di casa
derivava dal fatto che la loro era stata l’ultima base aperta al pubblico.
Aveva cominciato alle 8.30 locali lo svizzero Alinghi. Scafo piattissimo
sotto, alette a metà di un bulbo non molto diverso da quello visto su Luna
Rossa (ITA 45) e New Zealand (NZL 60) cioè le barche della scorsa Louis
Vuitton Cup.
Alle 11.30 toccava a Oracle Bmw con il
progettista Bruce Farr in persona a dire: “Abbiamo cercato di fare un progetto
estremo per puntare alla vittoria”. Lo scafo sotto è molto meno piatto di
Alinghi, il bulbo ha forma diverse e, soprattutto, le alette sono a poppa
estrema e piegate verso il basso. Ci si interrogava su queste tutto sommato
marginali differenze quando, poco dopo, la Nuova Zelanda ha mostrato al mondo
di aver ancora intenzione di rimanere la nazione leader nella vela, grazie a
una semplice hula.
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