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 LUNEDÌ 13 SETTEMBRE 2004
 MEMORABILE MEMORIAL GAVAGNIN

Memorabile Memorial Gavagnin L’avventura inizia alle 13 di Venerdì 10 Settembre, al nostro arrivo al Marina di Portosole a San Remo, in una radiosa giornata di sole, con una bella brezza che fa sperare in una bella “scampagnata” su e giù per il Ponente ligure.
La barca è molto bella, nuovissima, al punto che il primo lavoro di bordo è mettere i numeri sulla randa e sbarcare le infinite chincaglierie che si trovano su una barca che se ne va in crociera.
Al breefing delle 16, una prima, sgradita, sorpresa: nonostante le aspettative non siamo più di una trentina di barche e, fatti salvi Beneteau 25 e Mini-Altura, tutti ben diversi tra loro.
Cotonella, il trimarano, corre per i fatti suoi, tanto per fare il primo in reale, lo stesso dicasi per Junoplano, 18 metri con chiglia basculante, che sapevo bruttino da vedere, ma che lo è decisamente con la sua insellatura rovesciata aggravata da una grafica sullo scafo inguardabile!
Gelo generale quando il meteorologo ci passa le ultime dritte: termiche deboli e poi groppi la notte tra Sabato e Domenica. Il pensiero generale, non detto, è che Sabato sera si va tutti a mangiare al ristorante...
Ma tornati alle barche la seconda sorpresa: la brezza si è spenta e si esce nella piatta quasi totale.
Poi, sale un po’ di vento, bavette, ma dalla parte giusta, così assistiamo alla più allegorica procedura di partenza mai vista: posto che meno di due ore prima era stato specificato: 5’ lettera F, 4’ lettera P, 1’ ammaina P, 0’ ammaina F e via, nella realtà si alza la F e poi … nulla … fino a quello che poi si rivelerà il 1’ con alzata e subitanea ammainata della P, per il finale e liberatorio ammaina F che ci fa partire!
Per fortuna sull’istituzionale canale 72, un anima pia ripete i segnali, così … non ci sono troppe proteste.
La flotta si divide da subito in due gruppi, uno, più numeroso, va verso il largo, l’altro resta a bordeggiare sotto costa. Al tramonto la ragione è di quelli sottocosta, che infilano una bella termica che li fa viaggiare bene verso il faro di Cap Ferrat.
I leggeri, Cotonella in testa, si sono già avvantaggiati di qualche mezzo miglio, che li salva dalla improvvisa piatta che cade sui concorrenti al traverso di Monaco. Sembra tutto finito, ma c’e’ una corrente a favore di 0.6 che in tre ore ci porta oltre il capo, ove la termica riprende, forse anche più vigorosa.
I fortunati che non hanno preso la piatta ad Antibes ci danno una vita! Li sentiamo che danno il passaggio alla boa via radio e la cosa ci scoraggia un po’, ma ormai stiamo volando anche noi!
E voliamo fino a ritornare a Cap Ferrat, dove il vento gira in modo strano e ci spinge verso Monaco, aiutato in questo da 1000 motoscafi che ci incrociano la rotta fermandoci con le onde ogni volta!
Proprio davanti al Museo Oceanografico cogliamo l’opportunità di uscire verso il largo ed entrare in una bella brezza da Est che ci porta veloci verso San Remo, dove tutti speriamo in una sagace riduzione di percorso.
Ed invece no! Probabilmente ingannati dalla brezza che c’era quando è passato Cotonella, decidono di mandarci alla Gallinara lo stesso, nonostante siano le 16.
Ovviamente il vento se ne va, non c’erano dubbi! Ci cucchiamo un paio di orette di piatta con le vele che sbattono finche non entra una termica da terra che ci fa fare un po’ di strada, con continui alti e bassi legati all’orografia della costa.
A Capo Mele siamo circondati di luci scintillanti, penso fossero flash delle reti o delle nasse, il buio è pesto, non c’e’ luna, il vento ricala e ci obbliga a bordeggiare un po’.
Passiamo l’isola, e, lentamente, ritorniamo verso San Remo. Cotonella l’abbiamo incrociata davanti ad Imperia ed è arrivata ormai, Junoplano era a Capo Mele insieme a noi, ma stava già ritornando, una barca era davanti e un'altra a pochi metri da noi. La giuria ci aveva informato che eravamo gli unici rimasti in gara, gli altri ritirati, meno uno, disperso.
Diffidare dei dispersi nelle regate notturne!
Ormai quasi disperati di arrivare in tempo massimo, le 10 della Domenica, veniamo investiti da uno di quei groppi che ci avevano preannunciato al breefing: bagnati ma felici di essere ripartiti di buona lena!
Entriamo nel golfo di San Remo e si prospetta una beffa colossale: la barca con cui abbiamo “lottato” tutta la regata e che ci è scappata via nella notte è lì a meno di 500 metri dal traguardo nella piatta totale e noi da fuori arriviamo veloci, ma ci fermiamo anche noi nella buca, dove, ovviamente, era posizionata la boa d’arrivo.
Per di più sono le 9:20, roba che ci scade il tempo massimo a ... 300 metri dall’arrivo!
Arriva un refolino e poiché il destino non è sempre beffardo, lo prendono prima loro e arrivano giusto prima di noi.
Ci applaudiamo vicendevolmente, stremati ma soddisfatti di aver terminato questa maratona!
A terra la terza sorpresa: il desaparecido è arrivato cinque ore prima di noi, nessuno delle altre barche lo ha visto e, ovviamente, a Gallinara non c’era nessuno a controllare i passaggi.
Queste sono le regate in notturna, bisogna farci il pelo.
All’equipaggio autore della cosa, il gusto di ritirare la coppa con il pubblico che fischia e li insolentisce.
Al Veladoc, forse vittima incolpevole della cosa, il risultato di sentire gli altri affermare che l’anno prossimo non torneranno a farsi prendere in giro così.

FONTE: Enzo

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